martedì 23 dicembre 2008

NATALE AL CASILINO 900

NATALE AL CASILINO 900
dal 23 dicembre 2008 al 6 gennaio 2009 esposizione artigianto rom

La Comunità di Casilino 900
è lieta di augurare BUONE FESTE a tutti
invitandovi a partecipare:

dal 23 dicembre 2008 al 6 gennaio 2009
ESPOSIZIONE DI ARTIGIANATO ROM
MOSTRE FOTOGRAFICHE,
ESIBIZIONE DI ARTISTI E MUSICISTI


e mercoledi 24 dicembre alle ore 15
PRESEPE VIVENTE con la partecipazione di tutti i bambini

venerdì 12 dicembre 2008

è bruciata savorengo ker


La scorsa notte è bruciata Savorengo Ker.

E' accaduto all'1.30, mentre l'intera città era colpita da una pioggia dura e incessante.
Arriviamo al campo alle 10 di mattina, dove troviamo Hackja (uno dei direttori dei lavori, il portavoce dell'area bosniaca del campo) assieme ai figli e al gruppo operativo NAE.
La casa è recintata dai nastri gialli della Polizia Municipale.
Mancano le parole, a tutti.

Due giorni prima accanto alla casa si era tenuta la riunione degli anziani del campo. Erano 50 anni che non accadeva una cosa simile. Il fuoco acceso in una vasca da bagno ardeva scaldando i pensieri e le parole dei saggi, argomentando le posizioni da intraprendere per il futuro delle famiglie e dell'insediamento.
Desiderio di futuro e voglia di parteciparne.

Credo che con Savorengo Ker sia andata definitivamente in fumo la burocrazia che ha bloccato i lavori di costruzione della casa e nient'altro. Dal 28 luglio la casa aspettava di essere completata e inaugurata. Cavilli burocratici, posizioni politiche e l'ambiguità di chi ha patrocinato il progetto hanno bruciato Savorengo Ker.

Il degrado è figlio dell'abbandono, della mancanza di cura. Per questo l'architettura in legno di Savorengo Ker è crollata bruciando nel rogo dell'impotenza, lasciando che cenere e fango si confondessero nel presente di una città dei forti.

Savorengo Ker avrebbe potuto essere la biblioteca di un nuovo sapere, i suoi libri avrebbero testimoniato la nascita di una cultura dell'incontro e della reciprocità, le mappe archiviate negli scaffali avrebbero testimoniato il passaggio epocale dalla discrimanzione all'accoglienza del popolo rom nel mondo dei gagè, i suoi video infine avrebbero raccontato come sia possibile costruire assieme la città attraverso la fiducia reciproca.

Savorengo Ker avrebbe contenuto volumi pericolosi. Tutti i cittadini avrebbero potuto leggervi la vera storia di una persecuzione, quella del popolo rom, oscurata dalla televisione e dai giornali.

Ma con Savorengo Ker è bruciato solo il legno che la teneva in piedi.
Dalle ceneri della casa nasce un nuovo desiderio.

per stalker, ilaria

mercoledì 10 dicembre 2008

Lettera al sindaco Alemanno

Casilino 900,10 dicembre 2008
60°anniversario della carta dei diritti dell’Uomo

Signor Sindaco,

Tutta la comunità del campo Casilino 900 è stata lieta della sua partecipazione all’ iniziativa di domenica 23 novembre “Quando cadono i muri”, contro il crescente e allarmante pregiudizio nei confronti del popolo ROM, che pervade la nostra società e che sta diventando un avvelenato paradigma di tutte le intolleranze. Come non essere profondamente angosciati e come poter dimenticare la sorte che ha accomunato i Rom agli Ebrei e che ha portato al genocidio nazista dei nostri due popoli?
Abbiamo scelto questa giornata simbolica per inviarle questa lettera proprio per ricordare a tutti che ancora oggi ai Rom molti diritti fondamentali vengono negati.

Infatti, come non cogliere un atteggiamento xenofobo dietro la comunicazione dell’arresto di quattro persone insediate nel campo? Noi siamo felici dell’intervento delle forze dell’ordine quando come in questo caso è mirato all’accertamento di gravi responsabilità individuali, la comunitò è la prima vittima della criminalità organizzata e Le rinnova la disponibilità già data al Prefetto Mosca di collaborare affinchè sistemi malavitosi non si insinuino nell’insediamento. Non possiamo però non indignarci di come molta mala informazione approfitti di questi eventi per alimentare pregiudizi e fomentare la xenofobia e l’odio verso tutti i Rom, sancendo di fatto un principio di responsabilità collettiva inaccettabile in una democrazia.

La firma con cui ha voluto siglare la Petizione in sostegno e solidarietà con il Casilino 900 apre una prospettiva di concreta speranza e viene a confermare così l’accoglienza e il rilancio delle proposte della comunità, a partire dalle più indilazionabili: il rapido ripristino di acqua e luce e lo smaltimento delle immondizie.
Questi primissimi interventi irrinunciabili permetteranno a tutta la Comunità di iniziare a riemergere dalla critica crisi igienico - sanitaria in cui è precipitato l’insediamento.

Ma soprattutto, signor Sindaco, le siamo grati per la sua risoluzione di voler ripristinare il tavolo di concertazione, aperto dal Prefetto Mosca, con la comunità e con i soggetti che in questi duri mesi di accerchiamento ci sono stati vicini, per condividere le scelte che riguardano i destini della stessa comunità. A riguardo attendiamo una convocazione.

Lei, con nostro vivo compiacimento, si è inoltre appellato alla normativa europea, per stabilire i criteri con cui iniziare ad operare.
Questo di fatto lo intendiamo come un sostegno al superamento dei “campi” - per la realizzazione dei quali 3 volte l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea - ma di insediamenti, senza discriminatorie recinzioni e videosorveglianza, ove favorire l’integrazione, invece di sancire la segregazione dei Rom.

Oltre a queste richieste che hanno fatto parte delle questioni più urgenti richiamate durante la sua visita, vogliamo cogliere immediatamente lo spirito pragmatico e di collaborazione da lei così sinceramente proposto.
Assieme a Stalker – Osservatorio Nomade, al DIP.S.U. dell’Università di Roma Tre e con il sostegno di un nutrito numero di associazioni cittadine e comitati di quartiere stiamo elaborando un ventaglio di proposte, i cui principi ispiratori sottoponiamo alla Sua attenzione affinché vengano discusse sul tavolo di concertazione, in maniera che la soluzione congiuntamente individuata possa essere sviluppata in uno studio di fattibilità ed in seguito in una progettazione definitiva.
Le proposte che di seguito riportiamo sono, come da Lei stesso dichiarato durante la Sua visita al campo, da attuarsi attraverso la pratica dell’autorecupero e dell’autocostruzione assistita, e potrebbero essere estese anche a cittadini non rom in condizioni di disagio abitativo: il fatto di partecipare insieme alla costruzione di un insediamento misto sarebbe infatti un primo passo importante verso la reciproca conoscenza e l’integrazione. Tutte le ipotesi si basano sul rispetto delle normative europee e quindi degli standard abitativi che, come lei sa, nei campi di container non vengono rispettati. Pertanto le proposte sono concepite prive di tutte quelle forme evidenti di discriminazione e ghettizzazione che caratterizzano gli attuali “campi nomadi”, caratteristiche incompatibili con i dettami costituzionali ed europei e con il rispetto dei diritti dell’uomo.

- Ipotesi A _ progetto di recupero in situ
In continuità con quanto proposto dall’Agenzia delle Nazioni Unite UN – Habitat, per gli insediamenti spontanei - proponiamo un progetto di recupero dell’insediamento in situ. Abbiamo valutato che questa ipotesi risulterebbe essere la più economica, la più rapida e rispettosa del diritto all’abitare. Inoltre permetterebbe di procedere rapidamente senza dover reperire nuove aree e troverebbe il consenso entusiasta di gran parte della comunità. Vista la bassissima densità abitativa l’estensione dell’insediamento potrebbe essere considerevolmente ridotta.

- Ipotesi B _ microaree nel VII Municipio
Nel rispetto della continuità territoriale, dei principi di integrazione e di promozione della scolarizzazione, proponiamo di distribuire la Comunità, secondo la struttura dei legami familiari in microaree o edifici dismessi di proprietà pubblica da reperire all’interno del VII Municipio. Questo consentirebbe ai minori in gran parte iscritti nelle scuole del quartiere di non dover ricominciare daccapo il percorso di integrazione scolastica.

- Ipotesi C _ progetto di un nuovo insediamento fuori dal VII Municipio
Nel caso - che vorremmo scongiurare - non si reperissero le aree all’interno del VII Municipio è ipotizzabile realizzare un insediamento o l’autorecupero di immobili dimessi, su un terreno quanto più vicino all’area dell’attuale insediamento, provvisto di collegamenti pubblici e non isolato rispetto al tessuto cittadino.

Ben più di una settimana è passata dalla festa, siamo consapevoli delle difficoltà tecniche ma la invitiamo a dar seguito al più presto al suo intendimento di restituire acqua e luce all’insediamento. Che si sia lasciata, da nove mes,i un’intera comunità di 600 persone con quasi 300 bambini senz’acqua e senza luce è inaccettabile e ancora una volta contrario alla Carta dei Diritti dell’Uomo di cui oggi si celebra l’Anniversario.

Da parte nostra ci teniamo a comunicarle che stiamo dando seguito a quanto da noi stessi determinato con il regolamento interno al Casilino 900. Si stanno informando tutti i nuclei familiari del merito e delle conseguenze per quanti contravvengano. Ci stiamo attivando per favorire il deflusso delle acque stagnanti e lo smaltimento delle immondizie, problemi che costituiscono un reale pericolo igienico sanitario, e che, come lei sa bene, non possiamo risolvere da soli senza il concreto sostegno delle Istituzioni.

Rinnovando la fiducia a quanto da lei detto personalmente qui al campo non diamo credito alle illazioni, spesso portate avanti con toni discriminatori e razzisti con cui molta stampa annuncia i nostri destini già segnati, in containers fuori dal raccordo anulare, peraltro in una area di 30 ettari, più di tre volte il Casilino 900 e 10 vollte più grande di quanto non serva ad ospitare l’intera Comunità di Casilino 900.

Con i più cordiali saluti e con la massima disponibilità nella collaborazione con le Istituzioni

I rappresentanti di Casilino 900


Di seguito riportiamo alcuni documenti del Consiglio d’Europa e del Parlamento Europeo.

RACCOMANDAZIONE N. 1557 (2002)
adottata da l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa,
il 25 Aprile 2002
L’Assemblea invita gli Stati Membri a rispettare le sei condizioni qui
elencate, necessarie per migliorare la situazione dei Rom/Sinti in Europa:

PRIMA CONDIZIONE
Riconoscere lo stato giuridico dei Rom e dei Sinti
...
SECONDA CONDIZIONE
Elaborare ed attuare programmi specifici atti a migliorare l’integrazione
dei Rom e dei Sinti nella società come individui, comunità, gruppi minoritari;
assicurare inoltre la loro partecipazione ai processi decisionali
a livello locale, regionale, nazionale ed europeo.
...
TERZA CONDIZIONE
Garantire ai Sinti e ai Rom trattamenti in quanto gruppo minoritario nel
campo dell’istruzione, dell’impiego, della assistenza medica, dei servizi
pubblici, della sistemazione abitativa.
...
QUARTA CONDIZIONE
Sviluppare e mettere in atto azioni positive che favoriscano le classi
svantaggiate, quali appunto i Rom ed i Sinti, nel campo dell’istruzione,
dell’impiego e degli alloggi.
...
QUINTA CONDIZIONE
Prendere provvedimenti precisi e creare istituzioni speciali per proteggere
la lingua, la cultura, le tradizioni, di identità sinte e rom.
...
SESTA CONDIZIONE
Combattere il razzismo, la xenofobia, l’intolleranza e garantire un
trattamento non discriminatorio dei Rom/Sinti a livello locale, regionale,
nazionale, internazionale.

RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLA
SITUAZIONE DEI ROM NELL’UNIONE EUROPEA DEL
28/04/2005
Il Parlamento europeo ,
condanna fermamente qualsiasi forma di discriminazione nei confronti
della popolazione Rom;
invita il Consiglio, la Commissione, gli Stati membri e i paesi candidati
ad esaminare il riconoscimento dei Rom come minoranza europea;
sollecita la Commissione a includere il tema della lotta contro l’antizingarismo/
fobia dei Rom in tutta Europa fra le sue priorità per il 2007,
Anno europeo delle pari opportunità per tutti, ed esorta la società politica
e civile a tutti i livelli a chiarire che l’odio razziale contro
i Rom non può mai essere tollerato nella società europea;
...
invita gli Stati membri e i paesi candidati a rafforzare le proprie disposizioni
legislative, regolamentari ed amministrative intese a contrastare
in modo specifico ed esplicito l’antizingarismo e la fobia dei
Rom e a proibire la discriminazione razziale e i connessi fenomeni di
intolleranza, sia diretti che indiretti, in tutti gli aspetti della vita
pubblica;
invita gli Stati membri e i paesi candidati a scambiare le migliori pratiche
al fine di incoraggiare la promozione della cultura Rom;
invita gli Stati membri a prendere opportuni provvedimenti per eliminare
l’odio razziale e l’istigazione alla discriminazione e alla violenza
contro i Rom nei mass media e in ogni forma di tecnologia della comunicazione,
ed esorta i grandi media ad instaurare buone prassi in materia
di assunzione di personale in modo che questo rifletta la composizione
della popolazione;
invita gli Stati membri e i paesi candidati a definire una strategia per
migliorare la partecipazione dei Rom alle elezioni in qualità di votanti
e candidati a tutti i livelli;
sottolinea l’esigenza di garantire pari diritti sociali e politici ai
migranti di origine Rom;
sottolinea che la mancanza di documenti ufficiali costituisce un grave
ostacolo all’esercizio dei diritti fondamentali dei Rom in Europa nonché
al loro accesso a servizi che sono essenziali per l’inclusione sociale;
...
ricorda la risoluzione del Consiglio e dei ministri dell’istruzione riuniti
in sede di Consiglio, del 22 maggio 1989, concernente la scolarizzazione
dei figli degli zingari e dei girovaghi, e ritiene che garantire
a tutti i figli dei Rom l’accesso all’istruzione ufficiale continui ad
essere una priorità;
invita gli Stati membri e i paesi candidati ad adottare provvedimenti per
garantire a tutti parità di accesso ai servizi di assistenza sanitaria e
di sicurezza sociale, a porre termine a tutte le pratiche di discriminazione,
in particolare alla segregazione delle donne Rom nei reparti di
maternità, e a impedire la pratica della sterilizzazione non consensuale
delle donne Rom;
accoglie con favore la formazione di un Foro dei Rom e viaggiatori europei
ed il lavoro dei gruppi del Parlamento che si occupano delle questioni
dei Rom e delle minoranze;
...
ritiene che la ghettizzazione esistente in Europa sia inaccettabile e
invita gli Stati membri ad adottare misure concrete per procedere alla
deghettizzazione, combattere le pratiche discriminatorie nell’assegnazione
di alloggi e assistere i Rom nella ricerca di alloggi alternativi
e in buone condizioni igieniche;
sollecita i governi delle regioni in cui vivono popolazioni Rom a compiere
ulteriori passi per integrare pubblici dipendenti Rom in tutti i
livelli amministrativi e decisionali, in linea con gli impegni precedentemente
assunti, e a stanziare le risorse necessarie per l’effettivo
assolvimento dei compiti connessi con tali posizioni;
...
invita la Commissione ad esortare pubblicamente i governi nazionali a
garantire che i programmi di finanziamento a favore dei Rom vedano la
piena partecipazione dei soggetti interessati alla loro concezione, attuazione
e monitoraggio;
...
invita i partiti politici, a livello sia nazionale che europeo, a riformare
le proprie strutture e procedure interne al fine di rimuovere ogni
ostacolo diretto o indiretto alla partecipazione dei Rom e ad incorporare
nella propria agenda politica e sociale programmi specifici finalizzati
alla loro piena integrazione;
...
sollecita tutti gli Stati membri a sostenere iniziative volte a rafforzare
l’autorappresentazione dei Rom e la loro partecipazione attiva alla
vita pubblica e sociale nonché a consentire alle organizzazioni civili
Rom di far sentire la loro voce;
invita la Commissione a sollevare la questione Rom a livello paneuropeo,
in particolare con i paesi candidati, in quanto i Rom sono presenti in
ogni parte d’Europa.

lunedì 8 dicembre 2008

giochi sporchi sulla pelle dei rom

repubblica sta facendo un gioco sporco sulla pelle dei rom

il casilino tra due anni va a settecamini in un campo di container di 30 ettari! guardate anche il link al video sul parco:

Via dal campo nomadi Casilino 900
"Settecamini nuova casa dei rom"
Il Campidoglio ha scelto l´area a Casal Bianco
di Laura Mari
leggi l'artticolo

alemanno per ora non si è pronunciato, è incredibile mettere quei titoli basandosi solo su voci

la reazione del sindaco di guidonia:

Settecamini nuova casa dei rom
Guidonia si ribella: "Noi non ci stiamo"
Il Campidoglio ha scelto l´area a Casal Bianco. Il sindaco della cittadina alle porte di Roma si ribella
leggi l'artticolo


il terreno l'aveva già proposta veltroni, era insorta la popolazione:

Il Sindaco di Roma: "Il campo Rom di Settecamini? Una montatura"
Inviato da : Aqualung Sabato, 23 Giugno 2007 - 13:20
leggi l'articolo


sul quel terreno, oggi agro romano di proprietà comunale, sicuramente vedremo nei prossimi anni sorgere un quartiere stile caltaginrone, non un campo rom. assisteremo nei prossimi mesi al gioco di spostare il futuro campo casilino in pezzi di agro romano per farli diventare edificabili, e poi al posto dei rom vedremo nascere le palazzine.
che repubblica partecipi al gioco è abominevole. prima l'articolo sul parco su cui pioverebbero 5 milioni di euro, poi i titoli sui rom milionari,
dimostra che è in atto un alleanza tra il giornale, i costruttori, il comitato di torre vecchia che scrive striscioni con le ss e che ora lotta per il parco e la sinistra veltroniana che vuole mettere in difficoltà alemanno e lo sprona sui rom.
tutto questo sulle loro teste.
è inaccettabile

lorenzo ha chiamato repubblica indignato, gli hanno chiesto se voleva rilasciare dichiarazioni, non le ha rilasciate, non tocca a noi il ruolo di mediatori, perchè non vanno a chiedere ai rom di commentare?

domani sera, lunedi, chi vuole, appuntamento al casilino per capire come denunciare tanta malainformazione

piccio e lorenzo

mercoledì 26 novembre 2008

quando cadono i muri - domenica 23 novembre 2008



APPELLO AGLI ARTISTI
Quando cadono i muri
Una domenica a casa degli abitanti di Casilino 900
23 novembre 2008 da mezzogiorno a mezzanotte

“I muri minacciano tutto il mondo, dall’uno e dall’altro lato della loro oscurità.
Finiscono per inaridire ciò che si è già disseccato sul versante della miseria, finiscono per inasprire le reazioni d’ansia che si manifestano sull’altro versante, quello dell’abbondanza. La relazione con l’altro ci indica la parte più alta, più rispettabile, più feconda di noi stessi. Che cadano i muri.
Noi chiediamo che tutte le forze umane d’Africa, d’Asia, d’Europa, delle Americhe, che tutti i popoli senza stato, tutti i “repubblicani”, tutti i sostenitori dei “diritti dell’uomo”, gli abitanti dei paesi più piccoli, gli isolani e gli erranti degli arcipelaghi, così come coloro che percorrono i continenti, chiediamo che tutti gli artisti, gli uomini e le donne colti e quelli che trasmettono il sapere, che tutte le autorità al servizio dei cittadini o quelle di buona volontà, che coloro che modellano e creano, levino, in tutte le forme possibili, una protesta contro questo muro-Ministero che cerca di farci adattare al peggio, di abituarci a poco a poco all’insopportabile, di portarci a frequentare, in silenzio e fino al rischio della complicità, l’inammissibile.
Tutto il contrario della bellezza”.

(da “quando cadono i muri” di Patrick Chamoiseau ed Edouard Glissant. Roma 2008)

C’è poco da aggiungere alle parole di Chamoiseau e Glissant…

Abbiamo bisogno del vostro aiuto per far cadere il muro di ignoranza, odio e disprezzo che circonda, sempre più alto, gli abitanti di Casilino 900 e che qui, come in tanti altri luoghi, trasforma la diversità in miseria ed emarginazione, una baraccopoli in un “campo”.
E’ dell’idea stessa di campo che ci vogliamo finalmente liberare, affinché il reciproco rispetto abbia la meglio sulla paura dell’altro e la Democrazia ritrovi pieno titolo in questo Paese.

Assieme alla comunità di Casilino 900 vi invitiamo ad entrare ad esprimere la vostra creatività nel tessere una relazione, quella tra Romani e Rom, che oggi è appesa ad un filo, se questo filo si spezzasse avrebbe come prima vittima, affianco ai Rom, la stessa Democrazia e il rispetto per l’uomo, quindi noi stessi.
C’è da costruire un percorso di riconoscimento tra la città, il quartiere e il campo. Un percorso che apra una breccia nel muro ed entri fin dentro le case delle persone facendo di quel mondo parte del nostro mondo, di quel campo un qualsiasi insediamento.

Ancora una volta vogliamo affidare all’arte e alla partecipazione civile un compito che la politica fino ad oggi ha dimostrato di non saper affrontare.

Aderite all’appello, venite al Casilino 900 a partire da lunedì 16 per conoscere le persone , le famiglie e le case, conoscersi e immaginare con gli abitanti del campo come animare le case che domenica 23 apriranno le porte a tutti quei cittadini che vorranno farsi pubblico civile, decostruttori di muri.
Vorremmo che ognuno dei 101 nuclei familiari del campo possa ospitare piccoli interventi artistici e musicali, mostre fotografiche, letture di libri, racconti di storie, proiezioni di film e documentari, animazioni per bimbi. Vorremmo che per un giorno il Casilino 900 diventi un centro di attività e produzione culturale tale da far tremare e magari crollare quel muro di indifferenza, odio e disprezzo in cui, da troppo tempo in questa città, il mondo Rom è stato rinchiuso..
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INVITO ALLA CITTADINANZA

PERCHE' UN CAMPO NON SIA UN CAMPO BASTA CHE TUTTI CI ENTRINO

La Comunità di Casilino 900 e le associazioni riunite nel Comitato di Solidarietà al Casilino 900, comunicano che domenica 23 novembre prossimo al Casilino 900 si svolgerà una festa popolare con musica, danze ed esposizione di artigianato in solidarietà con la stessa Comunità.

Si addobberà l'albero nel piazzale prospicente la Via Casilina con festoni natalizi, quale augurio di buon Natale che la Comunità intende rivolgere a tutto il quartiere.

Il programma della giornata prevede inoltre una celebrazione religiosa tenuta da Don Paolo Lojudice presso "Savorengo Ker/ la casa di tutti" e l'esposizione dei lavori del Corso di Progettazione architettonica 2m della Facoltà di Architettura di Roma Tre.

I rappresentanti degli enti e delle associazioni che promuovono l'iniziativa:

Missione Cattolica Rom e Sinti
Don Bruno Nicolini
Associazione Nuova Vita
Najo Adzovic
Associazione Culturale Stalker
Lorenzo Romito
Il Pontificio Seminario Romano Maggiore
Don Paolo Lojudice
Gruppo di ricerca "Nomadismo e città" del DIPSU – Roma Tre
Francesco Careri
L'A.N.P.I. Circolo " Giordano Sangalli"
Leonardo Rinaldi
L'Associazione Culturale Tetes de Bois
Andrea Satta
C.S.O.A. ex SNIA
Giordano Punturo
Comitato di Quartiere Pigneto Prenestino
Daniele Pifano
Laboratorio Sociale Autogestito 100celle
Piero Pesce
Associazione Culturale Alice nel Mondo
Serena Roveta
Master in progettazione partecipata e sostenibile – Roma Tre
Elena Mortola
Cooperativa Assalto al Cielo
Maurizio Falessi
Associazione Socio sanitaria Ridere per Vivere
Leonardo Spina
Campo Ebraico per la Pace
Andrea Billau
Associaione Interculturale Villaggio Globale
Alfonso Perrotta
Associazione Culturale Senzaconfine
Alessia Montuori
Antica Sartoria Rom
Marco Brazzoduro
Federazione Rom e Sinti Insieme
Graziano Halilovic

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Scarica la mappa del campo con tutte le iniziative



Guarda le foto di Peter Lang: http://www.petertlang.net/blog/

Guarda le foto di Ferdinando Rollando: http://www.rollando.com/Casilino900-0811



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lunedì 28 luglio 2008

Savorengo Ker: la casa di tutti


Savorengo Ker (in lingua Romanés “la casa di tutti”) è stata progettata e realizzata insieme da Rom e Gagè con l’idea di valorizzare le pratiche abitative e costruttive proprie dei Rom e di inserirle in una proposta comprensibile ed ammissibile dai non Rom. Nasce da un lavoro di ricerca sugli stili di vita, le tipologie abitative e le tecniche costruttive adottate dai Rom, da tante visite alle migliori case dei campi, e in seguito da un cantiere-scuola di un mese diretto dai più abili costruttori del campo Casilino 900, che ha prodotto un apprendimento reciproco tra uomini, donne, bambini, docenti, studenti, architetti e professionisti, e che si è concluso ogni sera di fronte a fuochi, grigliate, brindisi, racconti e discussioni su cosa costruire il giorno dopo.

Savorengo Ker è una casa sperimentale. È la costruzione di un processo aperto e indeterminato in cui in partenza non si conoscono gli esiti finali, è il frutto dell’incontro tra due culture diverse che decidono di mettersi in gioco, per costruire sul campo le stesse regole del gioco e per meravigliarsi ogni giorno dei risultati ottenuti. Le sue forme inedite, le sue dimensioni, cosi come le sue decorazioni e la sua immagine non potevano che nascere da un tale processo di sperimentazione relazionale.

Savorengo Ker non è una casa per i Rom, ma è una casa per tutti. È un’idea abitativa che i Rom propongono per chi oggi in Italia cerca casa, mettendo a disposizione le loro strategie ecologiche ed economiche: i bassi livelli di consumo, il recupero e riciclaggio dei materiali costruttivi, l’autocostruzione, la flessibilità e implementabilità della casa, tutti elementi che insieme alla concezione solidale della famiglia allargata, rappresentano una risorsa importante da riconsiderare per rispondere alla crisi abitativa italiana.Savorengo Ker non è la soluzione al problema abitativo dei Rom, ma vuole essere presa in considerazione come una delle soluzioni possibili all’interno di un ventaglio di risposte plurali e differenziate che va dalle case popolari agli alloggi a canone sociale, dalle case in affitto alla costruzione in terreni di proprietà, fino alla possibilità di continuare a vivere spostandosi, come desidera una esigua minoranza di Sinti e di Rom Calderasha.

Savorengo Ker è l’alternativa al container, si confronta con i suoi costi, con le sue prestazioni e con le sue capacità di produrre comunità e ambienti urbani vivibili. Vuole rispondere con una proposta a quelle abitazioni prive dell’abitabilità con pareti spesse pochi millimetri, pensate come ricoveri provvisori e d’emergenza, troppo piccole per le famiglie allargate, troppo rigide per poterle personalizzare, troppo calde d’estate, troppo fredde d’inverno.

Savorengo Ker è stata chiamata una “baracca con i documenti”, nasce dalla tecnologia della baracca ma rispetta le leggi ed ha tutti i documenti in regola per avere l’abitabilità: è una vera e propria casa. Ha una struttura in legno, è flessibile, estendibile, autocostruibile, è più sicura, più ecologica ed energeticamente sostenibile di un container. Costa 8.000 euro di materiali e 11.000 euro di manodopera, è una casa di due piani, ha pareti coibentate di 15 cm di spessore, ha tre stanze da letto, bagno, cucina, soggiorno e veranda, per un totale di 70 mq commerciali, e costa quanto un container di 32 mq.

Savorengo Ker intende far superare il modello del Campo Nomadi, unica soluzione imposta oggi ai Rom e domani forse a tutti i cittadini italiani e stranieri che non riescono a provvedere a un tetto per le loro famiglie. Spazi disumani prodotti contro ogni logica di sviluppo sostenibile, soluzioni perennemente provvisorie e invivibili che dietro un ordine solo apparente nascondono degrado sociale ed emarginazione, con altissimi costi di realizzazione e di gestione, esempi fallimentari nei confronti di una politica di integrazione e di una reale assunzione di responsabilità da parte dei Rom.

Savorengo Ker è il nome di una costituenda cooperativa edile, formata dai Rom che hanno costruito la casa e in collaborazione con gli architetti, le università e i professionisti che hanno contribuito a realizzarla. La cooperativa intende proporre altri modelli abitativi, studiarne forme di aggregazione, immaginare habitat sempre più complessi fino a trasformare i campi in quartieri.

Savorengo Ker non è un modello da clonare in migliaia di esemplari, ma è un metodo di lavoro che può produrre case di infiniti tipi diversi, per garantire la crescita di piccole “microaree” a gestione familiare, integrate nel tessuto urbano, a contatto con i quartieri della città. Non è una casa per tutti ma una casa per ciascuno, può essere montata facilmente da cooperative di Rom insieme ai futuri abitanti, che in questo modo oltre ad avere una casa, potranno imparare anche un lavoro, avere un reddito ed ottenere i documenti necessari per continuare a vivere in Italia.

Il 28 luglio scorso, a mezzogiorno, Savorengo Ker è stata presentata al pubblico tra polemiche e manifestazioni di piazza contrarie al progetto. A fare scalpore il fatto che i Rom abbiano prodotto una casa manifesto, un atto simbolico che racconta la volontà di mettere radici, di costruire una relazione stabile e integrata con il territorio in cui vivono oramai da quaranta anni, di non volere più essere considerati “nomadi” e abitare in modo provvisorio, tra roulotte, baracche e bagni chimici. E l’ hanno realizzata mettendo d’accordo tra loro le quattro diverse etnie del campo, i montenegrini, i kossovari, i bosniaci e i macedoni, attivando una sinergia creativa con Stalker ON, e trovando la collaborazione delle tre università pubbliche della capitale, di istituzioni culturali nazionali, di comunità religiose e associazioni cittadine.Savorengo Ker continua a vivere e chiede il vostro sostegno intellettuale e civile per continuare la sua strada.Per aderire al progetto Savorengo Ker: la casa di tutti manda una email a reterom@gmail.com

Savorengo Ker_Crediti

Un progetto di:
Comunità del Casilino 900
Stalker/Osservatorio Nomade
DIPSU/Dipartimento di Studi Urbani - Università di Roma TRE / Ricerca Nomadismo e CittàDirettori dei lavori:
Mirsad Sedjovic, Hakja Husovic, Bayram Hasimi, Nenad Sedjovic, Klej Salkanovic.

Con il sostegno di:
Biennale di Venezia / XI Biennale di Architettura / L'Italia cerca Casa
Triennale di Milano / Triennale Architettura / Casa per tutti - La vita nudaCon il Patrocinio di:
VII Municipio di Roma

In collaborazione con:
Associazione Nova Vita
Pontificio Seminario Romano
Servizio di Medicina Solidale e delle Migrazioni del Policlinico di Tor Vergata
Dipartimento di Scienze Demografiche - Università di Roma “La Sapienza”
Cooperativa Ermes
Comunità di Sant’Egidio
Cooperativa sociale Assalto al Cielo
TAB Studio
Energetica Coop. Soc.

Gruppo di lavoro:

  • Klej Salkanovic, Dejan Devovic, Saltan Azovic, Rudija Sejdovic , Tony Adzovic, Antonio Salkanovic, Vezir Salkanovic, Najo Adzovic, Goran Sejdovic, Janez Salkanovic, Sami Alija.
  • Francesco Careri, Lorenzo Romito, Azzurra Muzzonigro, Ilaria Vasdeki, Aldo Innocenzi,Paolo Bruschi, Beverly Piersol, Fabrizio Boni, Andrea Valentini , Michele Carpani, Giuseppe Punzo, Riccardo Albani, Pascal Hentschel, Silvia Scaldaferro, Sandra Pia Piacentino, Camilla Sanguinetti, Renzo Sgolacchia, Barbara Dovarch.





(english text)

Savorengo Ker (in the Romani language “the house for everyone”) was designed and built together by Roma and “Gage” (non-Roma people) with the idea of exploiting the Romani people’s own distinctive practices of dwelling and building and embedding them in a proposal comprehensible and acceptable to non-Roma. It grew out of a research project into the lifestyles, housing typologies and building techniques used by the Roma, observed during numerous visits to the better houses in their camps and subsequently at a month-long construction-school directed by the most skillful builders of the Casilino 900 camp. It fostered reciprocal learning between men, women, children, teachers, students, architects and professionals, who ended up every evening around open fires eating barbecued meat, drinking toasts, swapping stories and discussing what to build the next day.


Savorengo Ker is an experimental house. It represents the result of an open-ended and indeterminate process in which the final result was not known at the start. It is the fruit of the meeting between two different cultures that were ready to put themselves on the line and decided the rules of the game on the camp site. Each day they were astonished at the results achieved. The building’s original forms and dimensions, like its decorations and its image, could only have grown out of this process of experimenting with relationships.

Savorengo Ker is not a home for the Roma but for everyone. It is an idea of housing that the Roma are offering to all those in need of a home in Italy today by making available their ecological and economic strategies: low levels of consumption, the recovery and recycling of building materials, self-build, flexibility and convenience as features of the house: all elements that together with the conception of the extended family based on solidarity represent an important resource, worth considering as an answer to the housing shortage in Italy.

Savorengo Ker is not the solution to the housing problem of the Roma, but is suggested as one of the possible solutions within a range of plural and differentiated responses, which range from public projects to low-rent housing, rental homes, the construction of housing on privately owned land, down to the possibility of continuing to lead a traveling life, favored by a small minority of Sinti and Rom Calderasha.

Savorengo Ker is the alternative to the container: with its facilities and its potential for fostering community and inhabitable urban environments. It is an attempt to provide a feasible alternative to those low quality forms of housing with walls just a few millimeters thick, conceived as temporary and emergency shelters, too small for extended families, too rigid to be personalized, too hot in summer and cold in winter.

Savorengo Ker has been called a “hut with its papers in order.” It grew out of the technology of the hut but respects the laws and it complies with all planning regulations, qualifying for a certificate of habitability: is a true house. It has a wooden structure and is flexible, extendible can be selfbuilt. It is safer, more ecological and more energy sustainable than a container. It costs 8,000 euros for the materials and 11,000 euros for labor. It has two stories, insulated walls 15 centimeters thick, three bedrooms, bathroom, kitchen, living room and veranda, for an overall surface area of 70 square meters and costs the same as a container measuring 32 square meters.

Savorengo Ker is intended to move beyond the nomad camp model, the sole solution today imposed on the Roma and tomorrow perhaps on all citizens, whether Italian or foreigners unable to provide a home for their families. Inhuman spaces produced in conflict with any principle of sustainable development, perennially temporary shelters with substandard conditions. Behind an appearance of order they conceal social pollution and marginalization, with high installation and management costs, representing a total failure in integration policies and a real assumption of responsibility by the Roma.

Savorengo Ker is the name of a building cooperative now being formed, made up of the Roma who built the house and in collaboration with architects, universities and the professionals that helped construct it. The cooperative intends to suggest other models of housing, to study forms of aggregation, and devise more complex housing so as to transform the camps into housing estates.

Savorengo Ker is not a model to be cloned in thousands of copies. It is a working method that can produce houses of endlessly different kinds, ensuring the growth of small family managed “micro-areas,” integrated into the urban fabric, in contact with the other quarters of the city. It is not a house for all so much as a house for each. It can be assembled easily by cooperatives of Roma working together with the future occupants , who in this way not only get a home but learn a skill, earn an income and can obtain the documents they need to continue living in Italy.At noon on July 28 last Savorengo Ker was presented to the public amid polemics and public protests over the project. The scandal lay in the fact that the Roma had produced a manifesto house, a symbolic action expressing their intention to put down roots, to build a stable relationship, integrated with the territory in which they have now been living for forty years, no longer wanting to be considered “nomads” or live in makeshift facilities made up of caravans, shacks and chemical toilets. And they achieved this by creating a harmony between the four different ethnic groups in the camp: Montenegrins, Kosovars, Bosnians and Macedonians, welding a creative synergy with Stalker ON, and winning support from three public universities in the capital, national cultural institutions, religious communities and citizens’ associations.Savorengo Ker continues to exist and asks for your intellectual and civic support to enable it to keep up its work.
To support Savorengo Ker project, send an email to: reterom@gmail.com

Savorengo Ker_Credits

A project by:
Community of Casilino 900
Stalker/Nomadic Observatory
DIPSU/Department of Urban Studies - Università di Roma TRE/ Research Nomadism and the CityDirectors of the work:
Mirsad Sedjovic, Hakja Husovic, Bayram Hasimi, Nenad Sedjovic, Klej Salkanovic.

With the support of:
Venice Biennale / 11th Architecture Biennale / L'Italia cerca Casa
Milan Triennale/ Architecture Triennale / Casa per tutti - La vita nudaWith the Patronage of:
VII Municipio, Rome

In collaboration with:
Associazione Nova Vita
Pontificio Seminario Romano
Servizio di Medicina Solidale e delle Migrazioni del Policlinico di Tor Vergata
Dipartimento di Scienze Demografiche - Università di Roma “La Sapienza”
Cooperativa Ermes
Comunità di Sant’Egidio
Cooperativa sociale Assalto al Cielo
TAB Studio
Energetica Coop. Soc.

Work team:
Klej Salkanovic, Dejan Devovic, Saltan Azovic, Rudija Sejdovic , Tony Adzovic, Antonio Salkanovic, Vezir Salkanovic, Najo Adzovic, Goran Sejdovic, Janez Salkanovic, Sami Alija.
Francesco Careri, Lorenzo Romito, Azzurra Muzzonigro, Ilaria Vasdeki, Aldo Innocenzi, Paolo Bruschi, Beverly Piersol, Fabrizio Boni, Andrea Valentini , Michele Carpani, Giuseppe Punzo, Riccardo Albani, Pascal Hentschel, Silvia Scaldaferro, Sandra Pia Piacentino, Camilla Sanguinetti, Renzo Sgolacchia, Barbara Dovarch, Giorgio de Finis, Simona Caleo, Max Intrisano.