venerdì 12 dicembre 2008

è bruciata savorengo ker


La scorsa notte è bruciata Savorengo Ker.

E' accaduto all'1.30, mentre l'intera città era colpita da una pioggia dura e incessante.
Arriviamo al campo alle 10 di mattina, dove troviamo Hackja (uno dei direttori dei lavori, il portavoce dell'area bosniaca del campo) assieme ai figli e al gruppo operativo NAE.
La casa è recintata dai nastri gialli della Polizia Municipale.
Mancano le parole, a tutti.

Due giorni prima accanto alla casa si era tenuta la riunione degli anziani del campo. Erano 50 anni che non accadeva una cosa simile. Il fuoco acceso in una vasca da bagno ardeva scaldando i pensieri e le parole dei saggi, argomentando le posizioni da intraprendere per il futuro delle famiglie e dell'insediamento.
Desiderio di futuro e voglia di parteciparne.

Credo che con Savorengo Ker sia andata definitivamente in fumo la burocrazia che ha bloccato i lavori di costruzione della casa e nient'altro. Dal 28 luglio la casa aspettava di essere completata e inaugurata. Cavilli burocratici, posizioni politiche e l'ambiguità di chi ha patrocinato il progetto hanno bruciato Savorengo Ker.

Il degrado è figlio dell'abbandono, della mancanza di cura. Per questo l'architettura in legno di Savorengo Ker è crollata bruciando nel rogo dell'impotenza, lasciando che cenere e fango si confondessero nel presente di una città dei forti.

Savorengo Ker avrebbe potuto essere la biblioteca di un nuovo sapere, i suoi libri avrebbero testimoniato la nascita di una cultura dell'incontro e della reciprocità, le mappe archiviate negli scaffali avrebbero testimoniato il passaggio epocale dalla discrimanzione all'accoglienza del popolo rom nel mondo dei gagè, i suoi video infine avrebbero raccontato come sia possibile costruire assieme la città attraverso la fiducia reciproca.

Savorengo Ker avrebbe contenuto volumi pericolosi. Tutti i cittadini avrebbero potuto leggervi la vera storia di una persecuzione, quella del popolo rom, oscurata dalla televisione e dai giornali.

Ma con Savorengo Ker è bruciato solo il legno che la teneva in piedi.
Dalle ceneri della casa nasce un nuovo desiderio.

per stalker, ilaria

6 commenti:

stalker ha detto...

cari,

Savorengo è bruciata la scorsa notte.
credetemi mi dispiace moltissimo darvi questa notizia
ma tanto l'avreste saputo domani dai giornali.

per il momento non si sa molto di più,
si aspetta il referto dei vigili del fuoco che stabiliranno
se sia stato doloso o accidentale.

nel campo c'è tristezza e sconcerto
sospetti e accuse sepeggiano fra gli abitanti
ma anche una rinnovata forza nel ribadire il distacco
da determinate dinamiche criminali di una parte del campo.

due giorni fa c'è stato il consiglio degli anziani,
-proprio davanti alla casa-
che non avveniva da circa cinquant'anni,
i quali hanno affermato con forza
la necessità di svincolarsi dai criminali.
(che il rogo sia una risposta?)

Savorengo era il simbolo di quell'unità che le ha dato forma,
ma che negli ultimi tempi si era indebolita,
affaticata da ogni sorta di avversità.

Ciò che è successo è certo triste
ma dovrebbe far guardare al futuro
con rinnovata forza e determinazione:
chi ci ha creduto la farà vivere
e allora se ne costruiranno magari altre
o magari è servita solo a dire che si può fare.

Ora -per me- è tornata ad essere
il sogno che l'ha generata..

az.

Mario Leante ha detto...

Da italiano del Sud so che delinquenza ed ignoranza non fanno parte, come qualcuno vorrebbe far credere, della cultura del mio popolo né di alcun altro popolo. So purtroppo anche molto bene che le forze distruttive di alcuni miei conterranei fanno il gioco di chi da fuori distribuisce patenti di superiorità o sentenze di barbarie a culture che non conosce.
Questo vale anche per i popoli nomadi (o zingari, come uno di loro mi ha chiesto di chiamarli, senza distinzione di etnia). Certo, parlare è facile. Mi auguro che la ricerca della verità e la voglia di valorizzare la propria identità in un progetto di futuro prevalga sulle forze negative, che talvolta possono far paura, ma che sono pur sempre, come in questo caso, vili.
Il coraggio è di chi costruisce, la viltà è di chi teme le parole.

Mizar ha detto...

cosa ha bruciato? gli ESPERTI IN MATERIA potranno dire che la struttura è crollata , ha ceduto , non ha retto , restando nelle loro concezioni materiali . il legno è bruciato ..
ma gli esperti della materia non vedono che la presenza è piu viva che mai , le travi verticali svettano ancora tra i platani del casilino come in una "foresta da pietrificare" per far restare sempre li la presenza del rinnovamento .

e il gesto che è stato fatto .

le scale continuano a salire verso l ' alto , per andare al di la del campo , vederlo dall alto . il suo fumo ora vede Roma dall'alto . lassu dove nessuna burocrazia umana e nessun imperatore romano potra arrivare
Savorengo KEr.Personalente non ho mai accettato il suo nome . con la voglia di adattare un processo a un popolo . per me era un memoriale , un memoriale del presente . un museo che continua a esporre , continua a esporre una realtà e continua a esporsi come reazione a questa realta , un libro che si scrive ogni giorno
nata a un paradosso , se ne è andata cosi , come un paradosso , un paradosso spettacolare , in fiamme durante un diluvio . quanto è stata forte questa casa per combattere la pioggia romana? ...anche per solo mezz ora

la prima rampa continua a invogliare a salire e a lanciarsi .

ci salirei oggi stesso
senza moderazione

beverly piersol ha detto...

I am so sorry about the house...but there is a reason and that reason will give you all more energy to continue fighting and working for aplace/space to stay: I think of you all so often....
keep working together
(have a look at www.palettenhaus.com, I am perhpas over enthusiastic but still think it is a good idea and maybe it will give all the impulse needed to start over (or maybe you don't need that??)
hugs to all at casilino900
and all of you working with casilino 900

Unknown ha detto...

Le imprese impossibili sono per uomini forti e voi avete dimostrato di esserlo anche ieri quando, alla notizia del rogo, avete scritto su questo blog per lasciare un segno che il fuoco non può e non potrà mai cancellare.
in bocca al lupo

Marione

stalker ha detto...

cari tutti ,

ho dovuto lasciar passare qualche giorno per " consumare " la perdita oggettiva di quel che è stato.


ma è arrivato il momento di pensare anche in altri termini.

il fuoco è uno scambio di tutte le cose e le cose tutte sono uno scambio del fuoco

metto in comune questo pensiero e un 'idea:

così come peter zumthor ha costruito una cappella ( allegato ) bruciandovi dentro le pareti di legno e lasciando un occhio che guarda verso il cielo

potremmo pensare attorno a questa immagine qualcosa che si edifichi attorno ai legni consumati dal fuoco a costruire una speranza rinnovata.

bianca